Dott.ssa Irene Vanelli
Ansia, panico e fobie. Diagnosi e Terapie Efficaci per Riconquistare il Benessere.
L’ansia è un’emozione naturale, parte integrante della nostra esperienza umana. È quel campanello d’allarme che ci prepara ad affrontare pericoli o sfide. Tuttavia, quando si trasforma in un fiume in piena, costante e difficile da controllare, si entra nel territorio dei disturbi d’ansia, una delle condizioni psicopatologiche più diffuse e invalidanti a livello globale.
Ansia, Panico e Fobie: Diagnosi e Terapie Efficaci per Riconquistare il Benessere
L’ansia è un’emozione naturale, parte integrante della nostra esperienza umana. È quel campanello d’allarme che ci prepara ad affrontare pericoli o sfide. Tuttavia, quando si trasforma in un fiume in piena, costante e difficile da controllare, si entra nel territorio dei disturbi d’ansia, una delle condizioni psicopatologiche più diffuse e invalidanti a livello globale.
In questo articolo approfondiamo tre dei disturbi più comuni: il disturbo d’ansia generalizzato, il disturbo di panico e le fobie (sia sociali che specifiche), analizzandone i sintomi, i criteri diagnostici, la diffusione e le terapie più efficaci oggi disponibili.
Disturbo d’Ansia Generalizzato: la Preoccupazione Cronica
Il disturbo d’ansia generalizzato (DAG) si manifesta attraverso una preoccupazione eccessiva e persistente che riguarda vari aspetti della vita quotidiana: lavoro, salute, famiglia, questioni finanziarie. Questa forma di ansia non è legata a una situazione specifica, ma si estende in modo pervasivo, accompagnandosi a sintomi fisici e cognitivi che possono includere:
- Tensione muscolare e agitazione,
- Stanchezza cronica,
- Difficoltà di concentrazione,
- Irritabilità,
- Disturbi del sonno.
Secondo il DSM-5, per porre diagnosi di DAG questi sintomi devono essere presenti quasi quotidianamente per almeno sei mesi. In Italia, la prevalenza del disturbo è di circa il 3% della popolazione, con un’insorgenza tipica tra i 20 e i 30 anni e un decorso spesso cronico (Carta et al., 2020).
Disturbo di Panico: la Paura della Paura
Il disturbo di panico è caratterizzato da attacchi di panico ricorrenti, episodi acuti di terrore intenso che raggiungono rapidamente l’apice e durano solitamente pochi minuti. I sintomi più comuni comprendono:
- Palpitazioni e tachicardia,
- Sensazione di soffocamento,
- Vertigini,
- Tremori,
- Paura intensa di morire o impazzire.
Gli attacchi possono essere inaspettati (asituazionali) – insorgere senza alcun segnale premonitore – oppure situazionali, legati a luoghi o eventi specifici.
Ciò che rende particolarmente debilitante questo disturbo è la cosiddetta “marcia del panico”: la persona inizia ad evitare luoghi o situazioni associate agli attacchi, sviluppando spesso forme secondarie di agorafobia. Si assiste così alla comparsa di condotte di evitamento sistematiche (ad esempio, evitare i mezzi pubblici), alla delega ad altri di compiti percepiti come troppo ansiogeni, o alla procrastinazione cronica di attività che generano tensione.
La prevalenza in Italia è intorno al 2-3% della popolazione, con un picco di insorgenza tra i 20 e i 40 anni (Dell’Osso et al., 2012).
Fobie Sociali e Specifiche: il Peso della Paura
Le fobie, benché spesso minimizzate, sono tra i disturbi d’ansia più comuni. La fobia sociale si manifesta come una paura intensa e sproporzionata di essere giudicati negativamente in contesti pubblici o sociali, fino a evitare ogni tipo di interazione che possa comportare esposizione. Mangiare davanti ad altri, parlare in pubblico o persino sostenere una conversazione possono diventare ostacoli insormontabili.
Le fobie specifiche, invece, sono paure irrazionali legate a oggetti o situazioni ben definite: dagli animali (come ragni o cani) agli spazi chiusi (claustrofobia) o alle altezze (acrofobia). Pur sembrando innocue a chi non ne soffre, possono compromettere in modo significativo la vita quotidiana di chi ne è affetto.
A livello globale, la fobia sociale colpisce tra il 7% e il 13% della popolazione (Stein & Stein, 2008), mentre le fobie specifiche raggiungono percentuali fino al 15% (Fredrikson et al., 1996).
Le Terapie: Dal Pensiero al Comportamento
Oggi, la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è riconosciuta come il trattamento di prima linea per i disturbi d’ansia. Questo approccio si fonda su un principio semplice ma rivoluzionario: i pensieri disfunzionali e i comportamenti di evitamento mantengono e alimentano l’ansia.
L’intervento si articola in diverse fasi:
- Ristrutturazione cognitiva, che aiuta il paziente a identificare e modificare i pensieri automatici negativi e catastrofici;
- Esposizione graduale, che porta la persona a confrontarsi progressivamente con le situazioni temute fino a ridurre la risposta ansiosa;
- Tecniche di gestione dell’ansia, come la respirazione diaframmatica, il rilassamento muscolare progressivo e la mindfulness.
La letteratura scientifica è concorde nell’attestare l’efficacia della CBT. Una meta-analisi di Hofmann et al. (2012), basata su oltre 260 studi clinici, ha confermato l’efficacia robusta di questo trattamento nel ridurre sintomi di ansia e panico, con benefici mantenuti nel tempo.
Il Ruolo della Farmacoterapia
In alcuni casi, soprattutto quando i sintomi sono severi e compromettono significativamente la vita quotidiana, la CBT può essere integrata con la terapia farmacologica. Gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) sono la prima scelta, talvolta associati a benzodiazepine per il controllo rapido dei sintomi acuti, sebbene quest’ultime vadano impiegate per brevi periodi per evitare fenomeni di tolleranza e dipendenza.
Studi recenti (Bandelow et al., 2017) mostrano come la combinazione di psicoterapia e farmacoterapia produca risultati superiori rispetto alla monoterapia, soprattutto nelle fasi iniziali del trattamento.
Conclusioni: L’Importanza di un Approccio Specialistico
Ansia patologica, disturbo di panico e fobie rappresentano condizioni cliniche che incidono in modo significativo sulla qualità della vita e sul funzionamento personale, sociale e lavorativo. È essenziale riconoscerne la natura di disturbi mentali veri e propri, fondati su meccanismi neurobiologici, cognitivi e comportamentali ben identificati.
La letteratura scientifica internazionale ha ampiamente dimostrato l’efficacia di interventi specifici, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale, nel trattamento di queste condizioni. In casi selezionati, la combinazione con la farmacoterapia offre ulteriori benefici terapeutici, in linea con le raccomandazioni delle linee guida internazionali (NICE, APA).
Un intervento tempestivo e strutturato consente di ridurre la sofferenza soggettiva, prevenire la cronicizzazione e migliorare il funzionamento globale della persona, evidenziando l’importanza di un inquadramento diagnostico preciso e di trattamenti basati sull’evidenza scientifica.
Bibliografia
- American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (5th ed.).
- Bandelow, B., & Michaelis, S. (2015). Epidemiology of anxiety disorders in the 21st century. Dialogues in Clinical Neuroscience, 17(3), 327–335.
- Bandelow, B., et al. (2017). Efficacy of treatments for anxiety disorders: A meta-analysis. International Clinical Psychopharmacology, 32(5), 213–226.
- Carta, M. G., et al. (2020). Epidemiology of anxiety disorders in Italy: A meta-analysis. Journal of Affective Disorders, 273, 163–170.
- Dell’Osso, L., et al. (2012). Epidemiology and impact of panic disorder in Italy. CNS Spectrums, 17(1), 1–9.
- Fredrikson, M., et al. (1996). Prevalence of specific fears and phobias in the general population. Journal of Anxiety Disorders, 10(5), 447–461.
- Hofmann, S. G., et al. (2012). The efficacy of cognitive behavioral therapy: A review of meta-analyses. Cognitive Therapy and Research, 36(5), 427–440.
- Kessler, R. C., et al. (2006). The epidemiology of panic attacks, panic disorder, and agoraphobia in the National Comorbidity Survey Replication. Archives of General Psychiatry, 63(4), 415–424.
- NICE. (2011). Generalised anxiety disorder and panic disorder in adults: Management (Clinical guideline [CG113]).
- Stein, M. B., & Stein, D. J. (2008). Social anxiety disorder. Lancet, 371(9618), 1115–1125.

Studio la psichiatria in ogni suo aspetto da più di 15 anni
Mi chiamo Irene Lucia Vanelli, sono nata a Novara nel 1982, ma Milanese di adozione dal 2009. Sono un medico chirurgo specializzata in psichiatria e psicoterapeuta.
Esercito a Milano e a Borgomanero (in provincia di Novara). Mi occupo di Disturbi dell' Umore, Disturbi d'Ansia, Disturbo Ossessivo Compulsivo e Disturbo Borderline di Personalità. Ho maturato queste competenze occupandomi, nel corso della mia formazione, di aree di malessere specifiche e collaborando con diverse associazioni (tra cui Associazione GET per la cura del Disturbo Borderline di personalità).